07/09/15 - TRE GIORNI DELLA VALTELLINA by one rider point of view
Tre Giorni Della Valtellina edition number 16, seven years after my coming in 2008. My opinions even one week later are still what I said soon - a bit surprised and happy – after having finished it. A kind of unique competition because its scenery, the elevation, the length of the mule tracks, the efforts made by organizers. An experience to try, either by whom love MulaTrial (in Italy events where all the participants ride on a long loop up and down mountains without any section. Often with a lunch break in some typical mountain refuge) or by people, like me , who love much riding into the sections. My physical preparation was conditioned by a problem in my hip – I need to be operated soon or later – and so I couldn't appreciate totally the tough loops.
Having proudly entered seven editions of the “over” 5 days of Verdon, an other classic, I never forgot, I was and I am still in favor of such long tough loops, not in use anymore in the modern trials, even due to the constant great difficult in finding the right permissions.
In this Tre Giorni Della Valtellina, among the 350 entries (now maximum limit) , about 290 belonged to Mountain Trial class, the one where riders can enter the sections if they want, but at the end they are not inserted in any final results: in short people that come just to ride the loop. And of course organizers endorsed more those ones inserting mule tracks up and down the mountains. But the 20 daily sections, with inside four different levels, were well cured, too.
According to what I told people close to me during the competition, due to my lack of training or my advancing age, I found this edition tougher than the 2008's . But I repeat, it is a pity not participating at least once: whoever loves mountain places must try one time. Let's say, it is becoming a classic like the Scottish, at least because both gets more entries than what they must accept.It is not common to find a 9-hours-and-half-day competition, which let you and your bike climb up to 3000 meters of elevation, surrounding by the wonderful Alpine scenery.
In this my experience I also noted one negative thing, but this is not an organization fault. I did not see riders willing to help each others in the tracks. Time ago if one rider was stopped on the track, he was questioned by all the others during their pass: “is everything OK?”, “are you all right?”. Now this common good sense is over. I stopped out of petrol once and other times just to have a short rest, waiting the pain in my hip faded a little before starting again and nobody took care. Not only but one rider told me sharply to move from where I stopped because the place was too narrow to let two bikes to pass conveniently. And more, in the famous descending on a deep track on slippery grass – one of characteristic in the second day - I was hit by a rider who speaks German, and I slid for meters with him and others, and he just laughed for this!
I questioned myself and I am still questioning if nowadays our noble discipline is victim of this new world more and more oriented to selfishness and rudeness or it was only me, unlucky man , who run into few rude people in this such great event.
About the story of the competition and the pictures please go to the web sites that covered it : www.mototrial.it and www.valtellinatrial.it .
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TRE GIORNI DELLA VALTELLINA dal punto di vista di un concorrente
Tre Giorni Della Valtellina edizione numero 16, sette anni dopo la mia partecipazione a quella del 2008. Le impressioni, anche dopo una settimana, rimangono quelle espresse a caldo, quasi incredulo di essere riuscito a finirla. Una gara unica per i paesaggi, per l'altitudine , per la lunghezza di sentieri e mulattiere, per il lavoro che richiede da parte degli organizzatori. Un'esperienza da provare, sia per i cultori delle Mulatrial , oggi sempre più di moda, sia per chi come il sottoscritto predilige cimentarsi nelle zone. La mia preparazione fisica purtroppo ha risentito di un problema all'anca destra - dovrò essere operato - e quindi non mi sono potuto godere al massimo gli impegnativi trasferimenti.
Memore di sette edizioni della ormai scomparsa 5 Giorni Del Verdon, un'altra classica al quale rimango molto affezionato, sono stato e continuo ad esserlo, sostenitore dei giri “taglia fiato” , caduti in disuso nei trial moderni, vuoi anche per la sempre complicata procedura di richiesta dei permessi.
Nelle Tre Giorni della Valtellina a cui ho partecipato, dei 350 partenti (fissato come tetto massimo) ben 290 erano quelli che appartenevano alla Mountain Trial, ovvero quelli che pur potendo anche affrontare le zone, non sarebbero stato poi inseriti in alcuna classifica finale. Ovvio che quindi gli organizzatori si siano adoperati per soddisfare soprattutto questo tipo di clientela, con sali e scendi su sentieri mozza fiato. Ma anche le 20 zone giornaliere con 4 differenti livelli non sono state trascurate.
Come avevo espresso alle persone con cui mi confidavo nei giorni di gara, sarà stata la scarsa preparazione o l'età che avanza , personalmente l'ho trovata più dura dell'edizione del 2008. Ma ripeto, un trialista che ami la montagna la deve sicuramente provare prima o poi. Sta diventando come la Sei Giorni di Scozia: ha più richieste del numero dei posti disponibili. Non male dopo appena 16 edizioni. aver raggiunto un uguale consenso di una gara che esiste dall'inizio del secolo scorso. Del resto non è molto comune trovare una gara di 9 ore e mezza al giorno che ti permette con la tua moto di raggiungere fino a 3000 metri di altezza, circondato da un incantevole scenario alpino.
Nella mia esperienza mi preme segnalare anche una nota negativa, che non è assolutamente attribuibile a chi organizza. Ho notato fra i partecipanti una poca disponibilità ad aiutarsi reciprocamente. Un tempo un concorrente fermo nel trasferimento era oggetto di attenzione da parte di tutti coloro sopraggiungevano. Il classico “tutto bene?”, “hai bisogno?” è rimasto una chimera proprietà di pochi, pochissimi. Mi è capitato di rimanere senza benzina , o semplicemente di prendere fiato, quando il dolore all'anca era diventato insopportabile, e trovarmi maleducatamente apostrofato per essermi fermato in una posizione difficile da superare. Non parliamo poi della famosa discesa ripida su un prato altamente scivoloso, chicca di queste ultime edizioni, dove un concorrente di lingua tedesca mi ha “cilindrato”, facendo poi rotolare nell'erba, insieme a lui ed ad altri malcapitati, ridendo felice! Mi sono chiesto e mi chiedo tuttora, se anche la nostra nobile specialità è vittima di un mondo sempre più orientato all'egoismo ed alla maleducazione o sono stato solo io, sfortunato, ad incontrare in quell'instante le uniche persone poco educate di questa grandissima manifestazione.
Per la cronaca della gara e le foto vi rimandiamo ai siti : www.mototrial.it e www.valtellinatrial.it che l'hanno seguita in diretta.