Come si può attirare l'attenzione del pubblico, quello incuriosito e che si affaccia per la prima volta ad una gara di Trial, proponendogli 6-7 ore di competizione? Lo si perde subito. E' vero, il Trial si vede nelle zone controllate (dette anche sezioni) e c'è la possibilità di cambiare zona, considerato che in una gara di un certo livello ce ne sono almeno 10. Alcune di queste sono molto vicine, per favorire gli spostamenti degli spettatori. In fondo si sta all'aria aperta, si fa una passeggiata, magari nei boschi. Se si è fortunati esistono anche dei punti di ristoro in cui gustare un panino, bere una birra, in attesa che i piloti completino un giro e si ripresentino per quello successivo.
Per noi appassionati tutto questo è normale. Gli argomenti per ingannare l'attesa non mancano mai. Ma che ne è di chi si trova lì per la prima volta? Magari attratto da una locandina affissa in paese. Convinto da un amico che gliene ha sempre parlato. Stressato dal figlio che ha visto un video su Youtube. Ce lo immaginiamo seguire a bocca aperta il passaggio del numero uno, incredulo di quanto si possa fare con queste strane motociclette. Ora lo vediamo spostarsi in un'altra zona, poi ancora un’altra. Tre zone, tutte vicine ed anche nei pressi di dove ha parcheggiato la macchina! Poi il pilota, in quel momento, diventato suo beniamino, corre via. Tornerà fra una, due ore nelle stesse zone. Se vuole si può spostare e raggiungere un altro gruppo di sezioni, ma deve farlo velocemente, altrimenti ci arriverà quando il suo prediletto è già passato. Gli piacerebbe sapere chi è in testa, o quando ci sarà la premiazione. Se deve andarsene prima della fine, magari dove potrà mai trovare i risultati. Domande a cui da anni si prova a dare risposte.
Siamo ancora lontani da poter affermare che il Trial di alto, altissimo livello (dal nostro Campionato Italiano in su) abbia un formato tale da attrarre il grande pubblico. Non si vuole pretendere di scardinare alcuni dei pilastri del nostro sport, tipo la “fisicità” di gare con un alto numero di zone totale e che durano 6-7 ore, spalmate su 2 o più giorni. Queste lasciamole pure, anzi continuiamo a sostenerle. In Francia le chiamano “Classiche” e vantano 250 partecipanti in media. In Italia esisteva il Marathon con numeri molto più modesti, ma poi è stato cancellato. Ma non saranno mai queste gare che possono far conoscere il Trial.
Un campionato Italiano, con lo spettacolo che le categorie TR1 ed Internazionali possono offrire, è sciupato se non lo si colloca in spazi di facile accesso al pubblico. Con un formato di gara più rapido, con una fine al massimo per le 16 - 16:30. Nulla di nuovo, direte voi, vedi Hard Trial. Attenzione, se qualcosa di già provato non ha avuto il successo dovuto, non è detto che con i mezzi di diffusione odierni non si possa rifare ed invertirne il risultato. E ricordiamoci che più presto finisce e più si agevolano i mezzi di informazione, troppo spesso dimenticati nell’attuale gestione Trial in FMI. Quelli televisivi in grado di preparare preziosi minuti nei notiziari serali. I quotidiani, in grado di inserire la notizia nello sport del lunedì. E…nei settimanali motociclistici (indovina quali), con priorità su discipline di ben altro peso, la possibilità di venire considerati