La specialità ha bisogno dei nostri post sui social
Siamo tutti d'accordo che la comunicazione nel Trial andrebbe migliorata, ma non ci rendiamo conto che ognuno di noi può fare qualcosa per contribuire. Premetto che non sono un fan dei social network e che li uso unicamente per dare una notizia, o meglio il titolo di una notizia che poi sviscero sul nostro settimanale. Il più delle volte accompagno il titolo a qualche foto che possa incuriosire. Oggi, insomma, si può sfruttare la larga platea dei “sempre connessi” per far giungere loro messaggi di un mondo ancora sconosciuto. Una foto, meglio ancora un breve video, con il pilota intento a superare un muro verticale è sempre un ottimo biglietto da visita.
Il Trial, consentitemelo, rispetto alle altre discipline motociclistiche che bene o male un po' compaiono in TV , gode ancora del sapore di un qualcosa di misterioso. Manca la classica sfida in velocità fra i concorrenti nelle gare, ma cambia in continuazione l'ostacolo che deve venire affrontato dal pilota. Ai massimi livelli cresce la curiosità se tale ostacolo è addirittura superabile oppure no. Quindi in teoria si tratta di qualcosa di interessante, capace anche di attrarre l'attenzione delle nuove generazioni, spesso distratte da troppi effetti speciali prodotti artificialmente, che quasi non riescono più a distinguere quanto invece possa essere veramente reale.
Il rovescio della medaglia di esporsi sui social network è il rischio della gogna mediatica. Tutti lì possono commentare, tutti possono esprimere un parere e c'è chi lo fa anche offendendo o usando un linguaggio volgare. Ad esempio, abituati a voler vivere in diretta tutti gli avvenimenti, c'è la pretesa che come una gara finisce ci siano le classifiche pronte a disposizione di tutti. Guai se questo non accade. Ed il malcostume del nostro tempo, che è difficile correggere, porta il singolo a lamentarsi e basta, rendendo la sua segnalazione sterile, perché non fatta arrivare alle sedi giuste. Oggi la FIM , dobbiamo dargliene atto, dispone di un sistema in linea coi tempi per quanto concerne il Mondiale. Classifiche, foto e comunicati stampa impiegano pochissimo tempo ad “uscire” e sono a disposizione dei giornalisti.
Non altrettanto accade in altri campionati, dove spesso si deve ricorrere a qualche click col telefonino, di piloti o accompagnatori presenti in loco, che fotografano e poi “postano” le classifiche esposte. C'è anche chi sfrutta una funzionalità di Facebook che permette di riprendere quasi in diretta. Tutto serve per concorrere alla causa, che poi quella di fare circolare la notizia. Non dimentichiamo che i moto club del settore che vantano un efficiente ufficio stampa sono rari come le mosche bianche e per tutti gli altri la comunicazione non è una priorità nella lista degli impegni. Ben venga dunque un promotore per ottemperare a queste necessità. Ma il promotore dovrà fare molta attenzione a quanto far pagare il suo servizio. Qui i budget a disposizione sono terribilmente bassi.