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RUOTE IN LIBERTA', IN TUTTI I SENSI

Il club piemontese difente i fuoristradisti multati

Nei giorni scorsi l'Ufficio Stampa della Federazione ha inviato a tutti i moto club piemontesi una lettera per portarli a conoscenza di una modifica alla legge regionale 32/82 che disciplina la circolazione fuoristrada. La Legge che, per intendersi, consente ai singoli Comuni di individuare percorsi su sentieri e mulattiere oppure delle aree, in cui autorizzarne il transito ai mezzi motorizzati. La modifica prevede che tutto quello concesso prima del 30 giugno 2016, scadrà inesorabilmente il 30 novembre prossimo. Oltre ad essere informativa la lettera della FMI si conclude con il consiglio a provvedere al rinnovo per i moto club interessati. E qui casca l'asino...

Il supporto che il Moto Club si aspetta dalla Federazione va decisamente oltre il semplice consiglio. Non sempre fra le file dei soci militano avvocati o profondi conoscitori della legislazione tra l'altro non di facile comprensione.
Proprio in Piemonte è nata un'associazione di "fruitori di strade a fondo naturale" , come amano definirsi: “Ruote in Libertà Piemonte”. Come ci confida il presidente Aldo Canale, l'associazione vanta la presenza di un avvocato che ha già vinto ricorsi per chi era stato multato mentre percorreva un sentiero o una mulattiera. La tesi a sostegno del ricorso è che nessuna legge regionale può andare in conflitto con il Codice della Strada, nel quale l'articolo 3 equipara mulattiere e sentieri alpini alla stregua delle strade comunali, provinciali o statali. Pertanto ai mezzi motorizzati provvisti di regolare targa e muniti di assicurazione, non si può negare l'accesso, se non per giustificati motivi e comunque il cartello di divieto deve venire apposto in bella vista.

E' dunque possibile che a distanza di 34 anni dalla pubblicazione della legge 32/82 - che ha segnato una svolta epocale, in negativo, nel mercato del Trial nella regione Sabauda - nessun legale della FMI abbia scoperto questo interessante aspetto? Sicuramente non avrebbe risolto il delicato problema della regolamentazione del fuoristrada, ma avrebbe costretto i Comuni a munirsi degli appositi cartelli e poi giustificare eventuali divieti. La suddetta associazione conta più di 500 iscritti (la tessera costa 10 euro) e si propone di far luce su leggi alle volte inique che hanno terrorizzato e fatto allontanare potenziali nuovi praticanti.
Ma i Moto Club si aspettano che sia la Federazione a rendere gli appassionati edotti sui propri diritti. Troppo spesso sono in balia di amministrazioni comunali che non sanno o non vogliono informarli a dovere.
Anche in occasione di quest'ultima modifica, restano gli interrogativi: è sufficiente far conoscere al Comune che sussistono le intenzioni di utilizzare le precedenti concessioni? E se il Comune risponde negativamente, adducendo la necessità di ripresentare tutta la documentazione da capo, dice la verità o semplicemente si vuole disfare di una patata diventata bollente?

(da Motosprint n.41 - 11/17 ottobre 2016)

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