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IL CANAVESE ATTIRA I MOTOCICLISTI

Il club gestisce 200 chilometri di sentieri liberi

Punto cardine del Trial rimane la possibilità di circolare sui sentieri e mulattiere. Non su tutti e magari non sempre, ma ci deve essere una maggiore tolleranza ed un riconoscimento del lavoro di pulizia effettuato dagli appassionati che li percorrono, oggi spesso abusivamente. In molti casi dopo che sono stati apposti i divieti, questi sentieri sono ricoperti di vegetazione, ed anche se proprietà del CAI, non vengono mantenuti decorosamente, perché semplicemente non ci sono più quattrini per farlo.
Purtroppo a frenare possibili accordi, regna sovrana l'intolleranza : homo homini lupus. Gli escursionisti pedestri non sopportano chi va con le mountain bike, i quali guardano con sospetto i “fratelli” utilizzatori delle e-bike, ma questi non tollerano i trialisti, che storgono il naso davanti agli enduristi, che a loro volta si mangerebbero i quadisti! E non si tratta della filastrocca di Branduardi...

Laddove invece ci si è seduti ad un tavolo con la Comunità Montana, il Corpo della Forestale ed i Sindaci si sono raggiunti ottimi compromessi, con risultati soddisfacenti per entrambe le parti. Dalla provincia di Rieti a quella di Torino. Vanni Crisapulli, presidente del Moto Club Valli del Canavese è orgoglioso di ciò che lui e i suoi soci(133) sono riusciti a fare. Dal 2012 hanno a disposizione un'area di circa 40 km quadrati, con 200 km di sentieri, dove sovrindentono la pulizia, controllando che i fruitori non commettano azioni che potrebbero compromettere tutto. I Comuni interessati sono Alpette, Borgiallo, Canischio, Forno Canavese, Pont Canavese, Prascorsano, Pratigliano, Levone, Monastero di Lanzo, Rocca Canavese, San Colombano di Belmonte. Sparone.

Ma il lavoro continua ed ora Vanni, consigliere Comunale a Cuorgnè, è in trattativa per un'altra area in questo Comune. Non si può dormire sugli allori. In politica, si sa, tutto è permesso. Le opposizioni non esitano a cavalcare anche quest'onda: gli ambientalisti sono sempre in agguato per isolare le montagne dal transito delle motociclette, senza però preoccuparsi troppo di tenere i sentieri in ordine.
E se cambia la Giunta, alle volte, si deve ripartire da zero. Vanni a differenza di altri personaggi che tengono per sé le conoscenze, per poi far brillare unicamente il proprio moto club, è ben disposto ad aiutare quelli che sono disposti ad intraprendere la lunga e faticosa strada che porta ad ottenere i permessi di un'area o di sentieri, in Piemonte. Chi fosse interessato può mttersi in contatto con lui, contattandolo su Facebook

(da Motosprint n.43 - 25/31 ottobre 2016)

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