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SPAGNA, I SEGRETI DELL'EGEMONIA

Regole, tradizione e clima favoriscono gli Iberici

Da un ventennio la Spagna è la nazione che domina la scena mondiale: tredici edizioni consecutive del Trial Delle Nazioni vinte, un campione del mondo in piena attività come Toni Bou con dieci titoli indoor e altrettanti outdoor nel paniere. Altri tre grandissimi piloti come Adam Raga, Albert Cabestany e Jeroni Fajardo immediatamente alle spalle. Un vivaio invidiato, con Jaime Bustò e Jorge Casales. Qui c'è il passato, presente e futuro.
Qual è il segreto di questo successo? Cosa c'è dietro? Secondo noi non una sola ragione, ma tanti fattori che si uniscono. Partiamo dalle condizioni meteo, per esempio Se i piloti iberici si potranno lamentare di non potersi allenare sui terreni viscidi, è bene che non dimentichino come temperatura e clima mite favoriscano tutte le attività sportive all'aperto, tra le quali il Trial.

Aggiungiamo la tradizione. Le prime a subentrare ai 4 tempi inglesi sono state le Case spagnole negli anni 70. Bultaco, Montesa ed Ossa, con i loro 2 tempi agili e leggeri, hanno rappresentato la prima vera rivoluzione nel settore. Nella regione della Catalogna, vero motore dello sviluppo , tutti conoscono il Trial e i nomi dei loro campioni.
Non vanno trascurati poi i divieti legati ai luoghi per praticare, soggetti alle proteste degli ambientalisti. Ci sono anche in Spagna e in qualche modo hanno frenato l'espansione, ma nella sostanza in alcuni posti c'è una sorta di tolleranza, mentre in altri si va' in perfetto stile italiano, confidando di non incontrare guardie abilitate a punire con contravvenzioni.

A questi vantaggi si aggiunge il Campionato Nazionale. Il cui regolamento è il più usato nel mondo e sono stati gli spagnoli - grazie al responsabile del Trial della Federazione, Jorge Prat - i primi ad adottarlo. Stop permesso ed arretramento coi piedi sulle pedane, tutto nel tempo limite di 60 secondi.
Il buon Prat resiste e difende la sue scelte con devozione, nonostante le immancabili pressioni per passare al no-stop subite dalla FIM, il cui CEO Ignacio Verneda è proprio un suo connazionale, residente non lontano da casa sua. Ma oltre al regolamento ha anche sperimentato ed ora definitamente applicato con successo una nuova formula di gara che consiste per la categoria più importante di percorrere un giro solo e fare 2 volte la zona immediatamente.
La categoria è divisa in gruppi di tre piloti in ordine di classifica, i quali affrontano nell'ambito del gruppo la zona la prima volta, poi subito la seconda volta. Un sistema studiato per offrire il massimo dello show, nel minor tempo possibile. Funziona bene se le zone sono tutte raggruppate e gli spettatori si possono facilmente spostare da una all'altra. Dunque un cocktail di regole, spazi, tradizione, meteo, al quale si può aggiungere la fortuna di avere sotto gli occhi i numeri uno della specialità, piloti che le cui nuove generazione possono emulare.

(da Motosprint n.44 - 01/07 novembre 2016)

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