IL FUTURO PASSA DAI SOCIAL
Il mercato impone la ricerca di nuovi praticanti: Facebook è una soluzione
Partiamo da una domenica d'autunno ed immaginiamo di essere ad una di quelle numerose feste del Trial , dove i partecipantii, perlopiù quelli che distano poco dalla località scelta, sono felici di incontrarsi per un'ultima garetta sociale prima dell'inverno. Oppure per provare i modelli nuovi portati dal concessionario o per passare serenamente una domenica praticando lo sport preferito. Ragioni valide, ma non bastano: chi vende moto si lamenta dei numeri sempre più scarsi e cita una perenne crisi del settore.
Questi "incontri" non coincidono con una competizione importante,quindi in perfetto relax potrebbero rappresentare una grande occasione di propaganda. Finora la consueta prova dei modelli in anteprima, a cui concessionari ed importatori invitavano la platea trialista un po' ovunque in giro per l'Italia, non ha portato nulla di concreto all'espansione del Trial: vi partecipavano giusto i trialisti. Qualcuno di loro, incuriosito da un'altra marca o ingolosito da un prezzo interessante, cambiava casacca, se questo può avere senso per gli amatori.
In realtà la casacca la manteneva, perchè spesso e volentieri l'abbigliamento, seppur con riferimenti alla vecchia marca, non si cambia sovente a questi livelli. Chi pratica il trial da diversi anni ricorderà i tempi con tre Trofei monomarca, Aorilia,Beta e Fantic. Chi vi prendeva parte, otteneva anche il relativo abbigliamento.
Putroppo l'appassionato che passa da una Casa all'altra non è utile alla crescita del mercato. E' tempo di rimboccarsi le maniche ed andare a cercare bambini,ragazzi, donne atletiche oppure uomini con precedenti motociclistici: i potenziali nuovi trialisti!
Tutti gli ambienti sono validi. Dalla scuola alle palestre, alle discoteche, alle pagine su Facebook.
Devono girare video che illustrino l'essenza del Trial, non solo quello di Toni Bou & C. E quando si è accesa la curiosità, devono esserci gli spazi per far provare una moto da trial a tutti. Basta una piazza abbastanza grande o un prato in piano, meglio se ci sono anche dei birilli per dare qualcosa in più a chi ha già fatto pratica. Meglio ancora se fra le moto a disposizione ci sono quelle elettriche, vista la mentalità della maggioranza dei genitori all'insegna del "nessun rumore, nessun pericolo". Attenzione però, fare l'istruttore è una faticaccia, soprattutto a chi è giovanissimo e non è mai salito in moto. Gli dici: “Apri e chiudi il gas piano”, lui annuisce ma vorrebbe chiederti e non osa: “Cos'è il gas?”.
(da Motosprint n.45 - 08/14 novembre 2016)