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UN PONTE VERSO IL DOMANI

Promoter e Case sono agli antipodi: è necessario facciano la pace

La guerra tra conservatori e progressisti continua. Nessun riferimento alla politica italiana, parliamo di Trial: i primi vorrebbero congelare la specialità agli anni '70, quando appariva meno esasperata e più “fruibile”. Gli altri sostengono la tecnica moderna, i nuovi mezzi motorizzati e il progresso. La spaccatura che fino a ieri era sul regolamento, rischia di aggravarsi in caso di abolizione dei minder, come i “conservatori” stanno proponendo. Ed al potere ci sono loro.

La FIM ed alcune Case (c'è chi ironicamente li chiama Magic Team) proseguono convinti che le proprie idee facciano il bene del Trial. All'opposizione, c'è un nutrito numero di federazioni - come quelle di Italia, Francia, Spagna e Giappone, Paesi fondamentali per la disciplina - e a loro si aggiunge il nuovo promoter Sport 7, che si trova tra l'incudine ed il martello. A libro paga della FIM per i primi due anni, ma con l'obbligo di cercare sponsor, a cui vendere un prodotto, che si prospetta sempre meno spettacolare.
Il ritorno al passato è motivato dalla volontà e dalla necessità di avere più piloti, allargare la base e,quindi, vendere più moto. Obiettivo questo condiviso dai progressisti, perché a tutto l'ambiente farebbe comodo circolasse più denaro: i prezzi delle moto forse calerebbero ed i piloti otterrebbero agevolazioni dalle Case. Allargando la base, si potrebbe tornare agli anni di gloria. Ma anzichè svilire lo spettacolo con regolamenti in contrasto con l'evoluzione della specialità, conviene muoversi tutti insieme per avvicinare nuovi adepti.

A mancare è sempre stato un collegamento, un link, tra il Trial spettacolare di Bou & Company e quello amatoriale degli appassionati che tutti i week-end si ostinano a praticare, in ogni stagione,e spesso in barba ai divieti. Chi vede una prova mondiale resta a bocca aperta ma non prova a cimentarsi, anche perché manca quel metaforico link.
Un link che potrebbe concretizzarsi con un gazebo dove personale esperto illustri le molteplici possibilità del Trial, del Motoalpinismo, l'esistenza delle Mulatrial. Oppure basterebbe installare un maxischermo sui cui proporre filmati di gite in montagna, di allenamenti amatoriali goliardici, di cadute ridicole. E portare moto da far provare sul posto, e fare in modo che i coraggiosi siano seguiti dagli stessi concessionari, che hanno tutto l'interesse a vendere.
Operazioni i cui costi sarebbero inferiori a quelli legati alla perdita di tempo per discutere sui regolamenti e minder . E magari si rischierebbe anche di portare dei risultati concreti.

(da Motosprint n.50 - 13/19 dicembre 2016)

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