QUANDO VINCE LA TRADIZIONE
La lezione britannica al Mondiale: cambiare non è sempre l'idea migliore
I venti di cambiamento al format del mondiale hanno già sollevato dubbi fra gli operatori del settore, perché cambiare tanto per farlo non è mai positivo. Chi ha cambiato poco o niente nel Trial ha finora raggiunto ottimi risultati.
I più tradizionalisti , lo insegna la storia, sono i britannici. E due delle gare più conosciute al mondo, la Sei Giorni di Scozia e lo Scott Trial, pur avendo un formato particolare, ed essendo migliorabili in certi aspetti, hanno resistito al cambiamento e continuano a garantire un grande successo.
I sei giorni d’inferno sulle colline scozzesi, nella prima settimana di maggio, con un’unica categoria. Quante volte è stato chiesto agli organizzatori di facilitare le zone per chi ha un livello basso oppure inasprirle per dare più possibilità ai migliori? Nulla da fare: sempre una sola unica categoria. Il pilota corre senza il cartellino per le penalità, al fine di velocizzare la corsa. Ci si deve fidare di quanto il giudice annota sul suo taccuino. Immaginatevi i tentativi di dotare il concorrente di un cartellino e sapere con precisione i punti fatti in ogni momento! Anche il regolamento, "no stop", (ma qui può anche avere un senso!) ha dato adito a più di una critica. Ma gli organizzatori non sono mai stati sfiorati dal pensiero di cambiare.
Nessuno poi si è mai posto il problema di agevolarne l’accesso del pubblico: ci sono dei gruppi di sezioni, che sono diventati famosi col tempo, ma non crediate sia facile raggiungerle in auto per ammirare i passaggi dei piloti. Eppure gli Scozzesi non cedono, incentivati anche dalle domande di partecipazione, sempre superiori alle 270 unità (il tetto massimo di iscrizioni) tanto che si deve ricorrere al sorteggio.
Situazione analoga per lo Scott Trial. Si corre in un solo giorno, a nord della regione dello Yorkshire, in Inghilterra, a metà d’ottobre. E’ quasi un misto di Trial ed Enduro, perché si devono percorrere 80 miglia con 77 zone nel minor tempo possibile. La classifica viene redatta in base alle penalità ed al tempo (la differenza che intercorre fra il primo arrivato ed il pilota in oggetto) . Nelle zone ci sono diversi giudici ed i piloti possono percorrerle simultaneamente. Anche qui mai nulla di nuovo, eppure le iscrizioni si esauriscono in poche ore.
Vale la pena sottolineare l’importanza di un regolamento che rimane tale nel tempo. Poi ci si dedica alla promozione, alla divulgazione, al supporto alle scuole. Un regolamento che sia un giusto compromesso fra spettacolo e semplicità di giudizio che è in vigore da anni in Spagna, la nazione che sta dominando il mondo nella specialità. Stop e arretramento coi piedi sulle pedane con il tempo massimo in zona di 90 secondi. Semplice no?
(da Motosprint n.1,2 - 03/16 gennaio 2017)