La gara spagnola è affascinante ma per i nostri la Pasqua è ...sacra
E' appena terminata la 46° edizione della Tres Dies di Santigosa, una delle più famose “classiche” internazionali del Trial. Per livello di partecipazione in Europa è seconda solo alla Scottish Six Days, con cui nutre molte affinità. Tra i piloti però, anche quest'anno, nessun italiano.
Non sorprende conoscendo le abitudini nostrane, in controtendenza rispetto al mondo trialistico. Nella tre giorni spagnola il trasferimento incide notevolmente: lungo ed a tratti impegnativo, richiede una buona preparazione fisica. C’è un giro unico in ogni giornata, con 31 zone controllate. E tutte con all'interno un unico percorso: piloti di tutte le classi si sfidano sugli stessi ostacoli, proprio come alla Sei giorni scozzese. Al termine della tappa giornaliera, le penalità del vincitore normalmente si contano sulle dita di una mano, mentre quelle dell’ultimo raggiungono anche tre cifre. Il fascino che garantisce il successo della gara è proprio qui. La capacità dei tracciatori di proporre zone non pericolose in cui si possano cimentare tanto i campioni, quanto gli “amatori”. In realtà in ogni giorno ci sono 4 o 5 zone, che come si suol dire “fanno la differenza” , ma nelle altre non mancano quei piccoli trabocchetti , che costringono anche gli esperti alla massima attenzione.
Al via erano in 204 e si è dovuto ricorrere al sorteggio perché i richiedenti erano molti di più, esattamente come accade da sempre in Scozia. Un po’ più di 50 gli stranieri: da Regno Unito, Svizzera, Francia, Germania.
Per la cronaca l’edizione di quest’anno se l’è aggiudicata il giapponese Takahisa Fujinami (Repsol Montesa) che nei 3 giorni di gara , 93 zone ha lasciato solo 5 punti. Secondo Oriol Noguera (Gas Gas) con 13 che ha battuto per gli zeri Jorge Casales (Beta), terzo. Con un punto in più appaiati Jaime Bustò (Repsol Montesa) e Dougie Lampkin (Vertigo) , quest'ultimo primo dei Veterani A.
Infatti rispetto alla Sei Giorni, in questa gara c’è sì una classifica assoluta, ma anche quelle delle singole classi , dove vengono premiati i vincitori. Balza all’occhio vedere un Lampkin con licenza Veterano A, ma non dimentichiamo che il pluri-iridato inglese ha già compiuto 41 anni. Secondo in questa categoria è giunto un certo Joan Pons (Beta) 12° assoluto, tra i protagonisti del mondiale negli anni 90.
Questa gara come da tradizione si svolge sempre a Pasqua, dunque sarà sicuramente stata quella la ragione della mancata adesione di licenziati nostrani. Come si può rinunciare nel Bel Paese ad una tradizione culinaria saldamente radicata?