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UN'ESPERIENZA DA VIVERE

La Scottish Six Days è una grande classica, unica al mondo

Mentre ci leggete si sta svolgendosi la Sei Giorni di Scozia, da sempre una sorta di Mecca per ogni trialista che si rispetti: ogni vero appassionato di questa specialità deve parteciparvi almeno una volta. Una prova di coraggio e forza, una sfida contro la natura, contro gli imprevisti meccanici e atmosferici. Un tu per tu con la propria moto e le sterminate e deserte colline scozzesi. Parteciparvi ha un fascino del tutto particolare, ma oggi solo pochi lo sanno ancora cogliere.

L’Italia in particolar modo è in linea coi tempi, quelli che cambiano. Non ci crede la Federazione Italiana perché al contrario di quella spagnola e francese non agevola chi intende parteciparvi, lasciando il calendario libero da impegni nella prima settimana di maggio. Quest’anno il 7 maggio ci sarà una prova a Tolmezzo e la Sei Giorni finisce il 6. Solo il toscano Michele Bosi ha voluto andarci ancora (per la 10° volta) rinunciando alla prova dell'Italiano. L'anno passato aveva corso il Campionato Italiano a Garessio per poi prendersi un aereo alla sera e volare su Edimburgo, da cui l’amico importatore Beta John Lampkin lo aveva portato a Fort William in tempo per partire il giorno successivo.
Stilare i calendari non è affatto facile: serve trovare date libere da impegni internazionali, sposare le esigenze dei vari club e quelle condizionate dal meteo, ma se in altre nazioni riescono ci sarà pure una ragione! Tutti gli anni rigorosamente nella prima settimana di maggio ha luogo questa competizione unica al mondo, per i paesaggi, per le zone tutte in salita e uguali per tutti, per il massacrante trasferimento che sfinisce di più i partecipanti che il transito nelle varie zone. Oppure per le condizione atmosferiche che nella stessa giornata possono offrire sole, pioggia, grandine e persino neve, dato che si corre anche sulle pendici del monte Ben Nevis, la più alta vetta di tutto il Regno Unito.

Chi tra i giovani dopo questa presentazione ha ancora voglia di corrervi? Aggiungiamo che il regolamento è quello no stop, e lo era già molto prima che venisse adottato al mondiale. Che i giudici annotano su un taccuino numero pilota e punteggio tutto di seguito e che i piloti non hanno il cartellino. E che la durata giornaliera è di 7 ore circa.
Eppure per chi ha ambizioni in alto nel Trial non sarebbe male provare. Serve a non arrendersi mai, a trovare soluzioni alternative a situazioni che cambiano, a crescere. Ma forse tutto questo sta scomparendo e noi siamo già avanti. C’è un Italia che fa tendenza, un Italia “cool” , che snobba le fatiche a vantaggio di un trial, tutto zone e quasi privo di trasferimento...

(da Motosprint n.18 - 02/08 maggio 2017)

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