Motegi ospita il Mondiale, un esempio da seguire anche per attirare la TV
Il mondiale di Trial in un circuito stradale , come può essere possibile? Soltanto un posto al mondo lo permette: il Twin Ring Motegi in Giappone. Situato nella prefettura di Tochigi, a due ore di auto da Narita, aeroporto di Tokyo, il circuito di Motegi è completamente immerso della giungla verde, tipica di quella latitudine. Presenta quindi quanto di meglio il pilota del Trial possa desiderare. Dai salitoni su terra, a ruscelli, a pietre naturali, a grossi tronchi. Poi la mano dell’uomo è intervenuta aggiungendo ostacoli artificiali, pietre di grandi dimensioni, ed addirittura una sorgente d’acqua all’interno di una zona indoor, situata proprio in prossimità della partenza, davanti alle tribune. Capacità ed estro dell’ex pilota mondiale Takumi Narita, da sempre tracciatore delle zone di questo gran premio che si tiene ininterrottamente dal 2000.
L’idea di sfruttare la struttura di un circuito per organizzare una prova mondiale di Trial è validissima, ma in altre occasioni nel passato la gara era risultata troppo stile indooristico, perché nella stragrande maggioranza dei casi i circuiti non presentano quelle caratteristiche naturali che la specialità richiederebbe. Subito dopo l’esordio di Motegi, in Francia hanno proposto il circuito Charade, di Clermont Ferrand nel 2002, ma non ha mai avuto un seguito.
In altre occasioni si è sfruttata la logistica come paddock, sala stampa e podio per la partenza e poi il giro di gara si è snodato al dì fuori del circuito. Così è stato in Guatemala, ad Antigua, nel 2007, anche questo evento non è stato ripetuto, ma probabilmente soprattutto perché non si è più corso in America Centrale.
Se il futuro del mondiale dovrà essere gare in spazi ristretti, di facile accesso per il pubblico e per gli operatori televisivi, Motegi è perfettamente in linea. Dalle due sale stampa è sempre stato possibile seguire la gara in diretta. Ai tempi dei duelli Dougie Lampkin con l'idolo locale Takahisa Fujinami che come numero di podi è ancora in vantaggio anche su Toni Bou, la regia mandava le immagini zona per zona dei due beniamini ed i giornalisti già saturi di fotografie che stavano componendo i loro articoli, potevano seguire le fasi finali della gara senza muovere un passo.
La diretta nel Trial non è cosa impossibile. Logico che il costo è notevole. Uno o due cameramen in ogni zona ed una cabina di regia che scelga quali mandare ai telespettatori. A questo punto gli sponsor non dovranno procurarsi striscioni o cartelloni pubblicitari da tappezzare le zone, bastano veloci spot che la regia inserirà opportunamente per riempire i tempi morti.