L'incapacità di accettare la coda si vede ovunque. Anche nella gare
Che disagio trovarsi in coda. Noi Italiani non siamo mai stati pazienti ad attendere il nostro turno. Come succede nel Trial quando un pilota entra nella “zona controllata” : solo uno alla volta si può percorrere. Il concorrente arriva dal “trasferimento” ovvero il percorso, il giro della gara e vede un'area fettucciata con all'interno bandierine di diverso colore a delimitare le porte, che incanalano il pilota verso gli ostacoli. Quella è la zona controllata, detta anche sezione. Controllata perchè c'è almeno un giudice di zona, quasi sempre identificato con una pettorina colorata, che gli darà il permesso di percorrerla e deciderà quale sarà il suo punteggio. Non si può provare prima ma solo ispezionare a piedi. Quindi arrivando poserà la moto fuori dalla zona e inizierà a percorrerla a piedi, cercando di capire quale sia la miglior traiettoria da scegliere laddove ve ne sia più d'una. Intanto potrà osservare qualche suo avversario, arrivato prima di lui mentre l'affronta e fare tesoro dei suoi errori per poi trarne vantaggio quando sarà il suo turno.
Ma l'ordine di entrata nella zona non è necessariamente quello di arrivo alla medesima, tanto meno quello di partenza: è tutto libero. E se la zona è particolarmente difficile, succede che i piloti impiegano più tempo a studiarla ed inizia a formarsi una coda quando decidono di cimentarvici. E qui casca l'asino. Le tecniche per evitare le code sono le più disparate. Ad un certo livello, sebbene vietato dal regolamento, il minder (detto anche seguidore, meccanico, acchiappamoto) fa la coda con la moto del pilota, mentre lui la esamina a piedi. Ma nella maggior parte della gare non ci sono i minder. C'è dunque il trucchetto di lasciare la moto il più vicino possibile all'inizio della zona così quando la si riprende con un po' di faccia tosta ci si affianca in coda a quelli più prossimi ad entrare.
Un'altra astuzia è chiacchierare con un pilota molto più avanti mentre si procede, così spesso si rosicchia qualche posizione. C'è anche chi con il corpo tutto proteso a vedere le gesta del pilota di turno. accidentalmente sorpassa qualcuno in coda, che ormai è diventata a ventaglio un po' ovunque nel mondo, orgoglio di un export del tutto made in Italy.
Solo sul suolo italico ho trovato tanta maleducazione e tentativi di prevaricazione. Confesso che anch'io ho dovuto adeguarmi per non soccombere e quando ho tentato una replica all'estero, sono stato bacchettato e costretto a tornare mestamente alla mia reale posizione.