LA PRESSIONE CHE NON AIUTA
I bambini che inseguono il risultato immediato richiano di lasciare lo sport
La voglia di gareggiare non può aspettare, ma vale proprio per tutti? Da sempre la gara attrae di più di ogni allenamento. Lo sanno bene i coach di tutti gli sport ed il Trial non fa eccezione. Prendiamo i bambini. Supponiamo che ce ne siamo veramente appassionati e non "costretti" ad ereditare la passione del papà. A loro la rete oggi offre subito filmati dei campioni in azione visibili gratuitamente . La tecnica la possono affinare osservando e praticando. Quindi perchè aspettare di avere l'età per correre. Lo si vuole fare subito.
Se non esiste una categoria adatta alla propria età o livello, ci pensa il genitore, che coalizzandosi con altri con lo stesso problema addiviene alla stesura di classi ed ostacoli che si sposano perfettamente con le richieste del pargolo.
Il bambino ora ha la sua classe, magari sono solo in due. Dunque verrà sempre premiato e salirà sul podio. Foto, coppe, sorrisi. Ma quando crescerà e non troverà più una classe che gli consenta ancora di essere un divo, cosa succederà?
E' dunque stato un errore abituarlo subito bene? Assolutamente sì. Nel “tutto è possibile” del mondo di oggi si può ancora frenare un po' e rimandare qualcosa a domani? Servirebbe un cammino logico, di piccoli passi, nello specifico corsi, scuole, istruttori qualificati.
Mi è capitato di partecipare ad una garetta in Piemonte, aperta anche alla categoria Juniores. Ho potuto osservare i visi dei giovanissimi in attesa del proprio turno per entrare in una zona. Nessun sorriso, tanta preoccupazione, in alcuni terrore. Non per i pericoli che la zona controllata riservava, quasi inesistenti, quanto per la prestazione che si doveva offrire. Ai bordi vi erano le mamme,con macchina fotografica o smartphone video. I padri invece si improvvisavano “minder” e seguivano il pargolo passo dopo passo in zona, "telecomandando" a voce le sue gesta. Ho avuto l'ardore di chiedere ad un ragazzo, perchè figlio di un amico delle uscite, chiedo al termine come fosse andata. “Malissimo!”, la risposta con sguardo truce.
E' una battaglia alla Don Chisciotte quella di voler dare più enfasi alla pura partecipazione, sottolineando la sfida che il Trial permette di fare con se stessi in primis, ovvero il poter gioire dei progressi personali.
Si può obiettare che le reazioni sono caratteriali ed ogni bimbo ha una storia sua, ma anche il suo carattere si forma attraverso il mondo in cui interagisce. Genitori, non mettere troppa pressione sui potenziali piloti, altrimenti vi scapperanno alla prima occasione!
(da Motosprint n.26 - 27 giugmo / 03 luglio 2017)