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VIVA LA MOVIOLA IN CAMPO!

A Lourdes si è creato un precedente: il video ha corretto il giudice

Sebbene mai ufficializzato, alla fase di qualificazione del mondiale di Lourdes, abbiamo assistito ad un caso di applicazione della “moviola in campo”. Quello strumento che permette di correggere l’ errore umano di un giudice o di un arbitro grazie all'ausilio della tecnologia , ovvero l'immediata visione di quanto accaduto. Funziona egregiamente in altri sport dal tennis al volley, in attesa del calcio.

L'episodio scatenante un esordio inaspettato nel Trial è stata la zona di qualifica affrontata proprio da chi, il giorno successivo avrebbe poi messo d’accordo tutti sulle sue ancora intatte capacità, riportando una vittoria schiacciante: Marc Colomer, campione mondiale nel 1996, tornato per correre nella categoria Moto Elettriche.
Appena partito con la sua Gas Gas elettrica ed intento a fare il più veloce possibile è saltato giù dal primo ostacolo, un sasso alto circa 70 cm, largo 50 e lungo poco più di due metri , con entrambe le ruote, ma fuori dalla fettuccia che delimita la zona. Difficile dire se se ne sia reso conto . Lui ha continuato ed ha anche conseguito un ottimo tempo perchè l’unico giudice di zona, posto nel centro della medesima non si è accorto di nulla. Solo il pubblico assiepato alle transenne, dal lato in cui Colomer è sceso, lo ha notato.

Tra quei spettattori anche alcuni suoi avversari che protestando hanno fatto scattare una revisione del giudizio post visione della registrazione . Non in diretta ma qualche minuto dopo, il verdetto è stato quello emerso dal video, completamente opposto a quanto originariamente deciso dal giudice. Colomer da primo è passato ultimo perché a parità di 5 conta in che punto è stato fatto e nel suo caso proprio all'inizio. Ha trionfato una giustizia sportiva, grazie al buon senso di tutti. A cominciare dalla equipe televisiva che gestisce la diretta sul sito specialistico, pronta a collaborare. Volendo essere pignoli Colomer avrebbe potuto opporsi ed il regolamento lo avrebbe premiato. Ma del tutto innocente forse non era, sebbene giustificato dalla tensione emotiva del ritorno alle competizion. D’istinto ha continuato ma probablimente, in cuore suo, già sapeva di aver sbagliato.
In ogni caso ora un precedente si è creato. Almeno nella sola fase di qualificazione con tante telecamere puntate non si può barare. A tendere in ogni zona ci potrà essere la telecamera “giustiziera”. Ma prima sarà necessario lavorare (abolire?) sul regolamento non stop. Qui in Francia, una volta di più, siamo stati testimoni di come i giudici, se vogliono, possono essere parziali e falsare il risultato finale.

(da Motosprint n.27 - 04/10 luglio 2017)

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