LE REGOLE DELLA DISCORDIA
Sicurezza, show e regole più chiare: perchè il "no-stop" deve sparire
Come diceva Nino Frassica “Vado a regolamento”. Per anni nel Trial questo input ha dettato legge, parafrasandolo perchè in realtà il buon Nino intendeva "seguo il regolamento", invece nel Trial si sono volute cambiare le normative, ritenute erroneamente la causa di tutti i mali del settore.
Cominciò la FIM con il ritorno al no stop , ancora vigente. Non ha avuto successo, perchè solo al mondiale , più in qualche nazione, come l'Inghilterra, si continua su questa linea. In Spagna, Francia, Italia, Giappone, Germania, lo hanno bocciato ed usano regolamenti fra loro molto simili, in cui lo stop è contemplato.
Ma se fino a ieri era l'argomento principale e si trattava di vita o morte appoggiarlo o rifiutarlo, ora i toni sono molto più bassi. Si è finalmente capito che non è il regolamento il motivo dello scarso interesse tra i giovani. Innanzitutto non si può tornare indietro, Il “trial dinamico” voluto dal presidente della Commissione Trial Internazionale, Thierry Michaud è puramente utopico.
Per la propria sicurezza tutti i piloti si fermano un attimo prima di affrontare un masso o un ostacolo di grandi dimensioni. Quella fermata può essere più o meno lunga ed il giudice che deve sanzionare la pena più severa è sempre in difficoltà. E guarda caso è sempre severo con chi non ha alle spalle un team di “spessore” , perchè il “5” dato ad un Grattarola è più facile da infliggere che ad un Bou o Raga, anche se colpevoli dello stesso gesto.
Con l'avvento della prova di qualificazione del sabato in cui tutto viene deciso dalla velocità, si sono aperti nuovi orizzonti e sembra che finalmente il regolamento non stop abbia i giorni contati. Velocità, seppur subordinata all'abilità, perchè è sempre il punteggio che comanda la classifica, Solo a parità di quest'ultimo si interviene con il tempo. Tutto questo entusiasma le folle. Piace anche perchè tutto si risolve in un'ora ed in una sola zona, di semplice accesso, e dove in alcuni casi gli organizzatori hanno anche allestito le tribune mobili. E piace anche la diretta TV sul web. Lo stesso pubblico, che torna quasi sicuramente il giorno per la gara, non riesce a capire come mai al sabato vanno tutti come matti, mentre alla domenica tra un ostacolo e l'altro sembrino degli zombi.Lenti quasi ad indispettire il pubblico.
Il Trial non è quello dal sabato, dicono i talebani della specialità, ma neanche quello della domenica, permetteteci.
Ora che ci si sta rendendo conto che per attirare nuovi attori si deve agire su altri canali, addiveniamo uno volta per tutte a quel regolamento che semplifica la vita ai giudici, garantisce intatta la spettacolarità e mette in sicurezza il pilota sugli ostacoli più pericolosi. Ossia: arretramento e manovre possibili coi piedi sulle pedane, tutto in 90 secondi come tempo massimo di percorrenza zona.
(da Motosprint n.28 - 11/17 luglio 2017)