Il numero 2 azzurro non prenderà parte al prossimo "Nazioni"
Abbiamo anche noi, come nel Calcio, un tormentone estivo. Se Donnarumma ha riempito spazi sui giornali sportivi e monopolizzato i media televisivi, non sarà da meno, con le adeguate proporzioni, il rifiuto di Luca Petrella, numero due nazionale, di far parte della compagine italiana al prossimo Trial delle Nazioni.
Luca ha motivato la sua decisione sui social attribuendola alla non accoglienza delle sue richieste per poter affrontare al meglio l'ambita competizione. I commenti ovviamente si dividono fra quelli che lo appoggiano, cogliendo l'occasione di accusare la Federazione sempre poco prolifica nel Trial, e quelli che lo condannano in nome del valore di una convocazione in “nazionale”, che dovrebbe ancora rappresentare un grosso motivo d'orgoglio.
In passato, ai tempi dei magici Bosis e Miglio che lottavano per le primissime posizioni nel mondiale, si verificava regolarmente un calo di tensione a fine anno in questa gara a squadre, che era partita come una grande festa di fine stagione.
Il culmine è stato toccato nel 1996 quando l'allora C.T. Francesco Lunardini, stanco dello scarso impegno di piloti quotati ma non più motivati, lasciò coraggiosamente a casa i “baroni” sostituendoli con giovani più invogliati. Lo scontato mancato risultato ed una pioggia di critiche al seguito, lo fecero ricredere già l'anno successivo.
Grazie alla giovane età di Luca, appena diciottenne, si apprezza l'onestà di un diniego piuttosto che un ingaggio con scarso impegno. Resta comunque dell'amaro in bocca per chi crede ancora in certi valori, come la chiamata in azzurro, che è sempre stata vista come il massimo dei traguardi.
Ma anche questo è frutto di un mondo che cambia ed i suoi valori sono talmente confusi tra altre amenità che si fa fatica a distinguerli.
Vogliamo sperare che se mai si dovesse ripetere una situazione analoga, Luca abbia più comprensione sulle richieste economiche, e che la Federazione possa venirgli incontro concedendogli di portare il proprio minder. Nelle “zone controllate” del Trial odierno, il minder è una figura fondamentale. Tra lui ed il pilota ci deve essere un'intesa totale. Il minder è quello che salva l'incolumità del pilota se non riesce a salire sull'ostacolo. E più si è giovani e più vedere una persona di cui fidarsi aiuta.
Se invece ad influenzare la decisione fossero state recenti ruggini fra lui ed il C.T. Fabio Lenzi per “incomprensioni” nella gestione della sua presenza al Mondiale, speriamo che tutto si chiuda qui. Tornando al punto di partenza calcistico: uno ad uno e palla al centro.