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UN MODELLO DA SEGUIRE

Per regolamento e formula di gara, il campionato spagnolo è innovativo

Toni Bou ha vinto il nono titolo di campione di Spagna, addirittura due in meno dei titoli iridati. Una stranezza, non dovuta a scelte forzate, ossia aver optato per il campionato del mondo a scapito di quello nazionale, perché le prove dei due calendari sono sempre state in date ben distinte. E' perché essendo i rivali nel campionato spagnolo i medesimi del mondiale, gli è capitato di essere battuto più di una volta. Il suo antagonista storico, Adam Raga, gli ha anche strappato il titolo in più di un'occasione.

Nella prova che l'ha consacrato campione con una giornata d'anticipo, a Santa Julia de Loria nel principato di Andorra, le ha prese da Albert Cabestany e si è dovuto accontentare della piazza d'onore. Da dominatore assoluto, inattaccabile dai top rider della scena mondiale, a campione sì, ma più vulnerabile agli attacchi degli stessi in ambito nazionale. Non si può trattare solo di un calo di tensione che a quei livelli si può anche comprendere, quando la posta in palio è meno ghiotta. Potrebbe anche essere frutto di un regolamento molto differente che permette di esprimersi bene anche ai suoi avversari.
In Spagna vige un regolamento, considerato da come il migliore, per semplicità e spettacolarità: il pilota può fermarsi ed arretrare in zona con i piedi sulle pedane, il tutto nel tempo di 60 secondi. Ma la nostra attenzione non si ferma sul regolamento, comune nella maggior parte delle nazioni al mondo (differisce solo per il tempo in zona, 90 secondi è predominante) , bensì sulla formula di gara, molto singolare.

In Spagna la categoria TR1, come da noi la più importante, non effettua i due giri canonici previsti con 15 zone, come invece accade per le categorie minori. I piloti, al posto dei due giri, percorrono subito due volte le zone a gruppi di 4. I primi 4 a partire, in pratica i primi 4 dell'ultima gara, nell'ordine che desiderano, affrontano la zona 1, poi la ripercorrono una seconda volta e quindi passano alla zona numero due e via dicendo. Un sistema studiato per agevolare il pubblico, che riesce in un tempo ristretto ad assistere al passaggio dei migliori, pur non negando la partecipazione delle categorie minori, come la TR4, noiosa per gli spettatori, ma linfa vitale per il bilancio del moto club organizzatore.
In ultimo un foto-reporter pagato dalla RMFE (federazione spagnola) manda foto ed un comunicato stampa ai giornalisti subito dopo la fine della gara, cosa che non succede più qui da tempo. Qualche sponsor importante italiano, come la SPEA da anni ha optato per andare all'estero ed il suo nome è associato al campionato spagnolo.

(da Motosprint n.43 - 24/30 ottobre 2017)

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