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SE L'OSTACOLO E' LA LEGGE

Le restrizioni normative cambiano volto alla Due Giorni Della Brianza

Per la 35° edizione, la Due Giorni Della Brianza cambia formato. Non più giro lungo ed unico con 20 zone al sabato e 30 alla domenica, come voluto del suo inventore, Giulio Mauri, giornalista di fama mondiale della nostra testata. Quest'anno verrà proposta la formula classica con 10 zone ripetute 2 volte al sabato e tre volte alla domenica.
A distinguerla dalle altre gare la scelta di adottare il regolamento non stop, uno sprone per la partecipazione di piloti italiani e stranieri con ambizioni in campo internazionale. Quello brianzolo, nel primo week-end di marzo, sarà il primo vero appuntamento outdoor dell'anno.

La presentazione dell'evento il tema principale. Purtroppo il motivo che ha spinto gli uomini del Moto club Monza a prendere questa decisione non è l'inseguimento di strade nuove, per risvegliare un ambiente poco reattivo negli ultimi tempi, e non è neanche un risparmio di lavoro e di risorse, organizzando una gara con un giro più corto e di più facile gestione. Il motivo è l'ennesima forzatura imposta dalla legge, che costringe i sodalizi organizzanti eventi fuoristrada ad effettuare salti mortali per ottenere i regolari permessi di svolgimento.
Ogni regione ha una legislatura sua in materia e nel nord Italia in comune ci sono ostinate restrizioni, quasi sempre oggetto di proposte di persone poco documentate sul reale impatto ambientale arrecato dalla specialità. In Lombardia ad esempio c'è il divieto di concedere lo stesso percorso di gara per due anni consecutivi. E le consuete autorizzazioni dei privati proprietari di terreni di transito, che un tempo si riducevano a semplici autocertificazioni, sono diventate dei veri e propri contratti di concessioni quinquiennali o decennali di uso. Per il povero moto club organizzatore di una gara come la classica brianzola, il cui percorso si snodava su nove comuni con circa 40 terreni privati, la burocrazia è diventata più che un'ossessione.

Ma se la Due Giorni della Brianza potrà tornare al giro lungo ed unico, idea su cui lavorano i soci per l'edizione del 2018, ci chiediamo come potrà intervenire la Federazione, che sebbene faccia passi avanti e stringa interessanti accordi ai vertici con il Corpo Forestale, per i soliti tempi biblici del ribaltamento delle nuove specifiche anche alle “prime linee”, rischia di lasciare soli i moto club.
E non va dimenticato che ogni Comune trae vantaggio dalla pulizia dei sentieri che chi organizza una gara di Trial deve effettuare. Forse un'adeguata campagna pubblicitaria volta a sensibilizzare l'opinione pubblica su questi interventi potrebbe essere di grande aiuto.

(da Motosprint n.5 - 31 gennaio / 06 febbraio 2017)

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