Il coordinatore federale è esperto e con un passato di decisioni audaci
Francesco Lunardini ha preso il posto del dimissionario Teobaldi ed in attesa di potergli rivolgere domande precise sui suoi progetti, cerchiamo di ricordare il passato del sempreverde motociclista toscano. Lunardini, infatti, non è nuovo a ricoprire questa posizione. Era stato responsabile del Settore Tecnico dal 1994 al 1996, quando la guida del Trial era affidata al compianto Cavaliere Allemandi, un grandissimo appassionato della specialità, basti ricordare che anche dopo l'aver ceduto la carica federale, si recava con i suoi mezzi in giro per l'Europa a seguire da semplice spettatore tutte le prove del mondiale Trial.
Dal 1997 al 2000 la poltrona del coordinatore Trial in FMI si era allargata, tanto da far sedere due persone. Lunardini l'ha divisa con Gino Caprioli. Poi tutto da solo dal 2001 a marzo del 2008, quando un quasi golpe orchestrato da Giulio Mauri, che ambiva a quel posto, lo costrinse a lasciare. Una lunga “legislazione” fanno di lui un grandissimo esperto di come abilmente muoversi tra i meandri della nostra Federazione, perchè anche questo, in fondo, fa parte dei doveri di chi deve difendere le aspettative degli appassionati di una sempre piccola specialità.
Come tutti coloro che hanno ricoperto quella carica ha trovato sulla strada tanti amici ma anche tanti ostacoli. Molti lo ricordano per il coraggio avuto nell'optare per una squadra inedita da portare al Trial delle Nazioni nel 1996. Deposti i “baroni” colpevoli di scarso impegno nella maggiore competizione mondiale per team e quindi in opposizione alla regola - non scritta ma tramandata fino a quel tempo - che ci andassero i primi 4 del campionato italiano, Lunardini convocò 4 giovani. Il risultato fu impietoso perchè al di là del piazzamento della squadra azzurra, scontatamente basso , piovvero critiche da tutto il settore, tanto che l'anno successivo si tornò ad iscrivere i top rider, avvallati anche da una regola scritta: “...al TdN andranno i primi 4 piloti del campionato italiano alla data ultima prevista per comunicarlo alla FIM...”
A noi era piaciuto il suo coraggio di cambiare, mettendosi in gioco, ovviamente. Ora, dopo tutti questi anni, chissà se avrà ancora lo stesso ardore. Sappiamo che non ha smesso di leggere di Trial, anche se non l'abbiamo più visto sui campi di gara. Sui social si è fatto sentire commentando anche i contenuti di questa rubrica. Il suo successo sarà funzione di quanto saprà farsi rispettare e saprà essere convincente nelle decisioni che vorrà/potrà prendere. Noi pronti ad elogiarlo o criticarlo as usual...
(da Motosprint n.50 - 12/18 dicembre 2017)