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LA BUROCRAZIA CHE NON AIUTA

A Pinerolo si attende il via libera per un'area ideale per la specialità

Spesso vi abbiamo presentato scuole o luoghi autorizzati per praticare questa specialità, proprio per smentire quel luogo comune pessimista secondo cui non si può più andare da nessuna parte, che il Fuoristrada sta morendo a causa dei divieti. Per carità, è giusto preoccuparsi e continuare ad opporsi ai tentativi di ulteriori restrizioni, ma ricordiamoci anche che un po' ovunque nella nostra penisola, grazie al lavoro di grandi appassionati, ci sono delle aree autorizzate, e per chi rifiuta il “confino” in spazi ristretti, esistono sempre le Mulatrial.

Non sempre però sono rose. Preoccupa quanto sta succedendo proprio a Pinerolo in provincia di Torino, in quella che era la capitale del Trial degli anni ‘70-‘80. Qui si organizzavano gare internazionali, prove del campionato mondiale, con un' innumerevole quantità di moto da trial, circolanti sulle montagne in Val Chisone, Val Germanasca e Val Pellice. Ora invece, la lentezza della burocrazia italiana sta pregiudicando la “messa in strada” di un progetto importante per un adeguato rilancio del Trial.
Un'area di 5-6 km quadrati a Miradolo di Pinerolo, vicino al fiume Chisone è ricca degli elementi naturali di cui i trialisti sono ghiotti, tipo ripidi pendii, radici, pietroni, a cui sono stati aggiunti blocchi di cemento e tronconi tipici delle gare indoor. Dopo 4 anni di “batti e ribatti”, l'area non ha ancora avuto il regolare permesso di utilizzo. A prendersi cura del progetto è Roberto Rabino, attuale concessionario Beta, nonché padre di Carloalberto, uno dei giovani sui cui il Team Italia punta, dopo il nono posto finale al mondiale 125 l'anno passato.

Rabino è esausto per tutto quello che ha già dovuto affrontare. Dalla prova fonometrica, effettuata con una decina di moto portate lì appositamente a girare, affinchè un professionista potesse redigere la sua relazione sull’impatto sonoro, alla potatura alberi eseguita con cura, sotto l’occhio vigile del Corpo Forestale, alle richieste al Magistrato del Po, perchè la vicinanza del fiume richiede uno studio dell'impatto idrogeologico.
Di denaro ne è già stato speso, ma se ne potrebbe anche spendere altro, se solo ci fosse maggiore chiarezza su cosa realmente le Autorità hanno facoltà di chiedere. Spesso chi deve pronunciarsi non conosce l’impatto ambientale del Trial. Il privato che accetta la sfida non può farcela da solo. Case e Federazioni dovrebbero destinare risorse per questi aspetti. Un'area come questa, in città – Pinerolo conta circa 40000 abitanti – sarebbe una miniera d’oro per poi coinvolgere gli studenti delle scuole limitrofe.  

(da Motosprint n.10 - 06/12 marzo 2018)

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