RIMEDI CONTRO IL TRAFFICO
Come risolvere la sovrapposizione tra big e amatori nel corso delle gare
La partenza del Campionato Italiano a Gubbio ha risollevato un annoso problema. La necessità di far correre insieme i piloti amatoriali della TR4 con i campioni della TR1.
Da una parte il moto club organizzatore serve un numero elevato di concorrenti come quello delle classi inferiori,TR4 e TR3: senza di loro il bilancio della gara sarebbe in negativo.
Dall'altra parte non si può ignorare il rallentamento nella gara dei piloti di TR1 e TR2 per le code che si formano in caso di trasferimenti brevi, ma soprattutto in un'ottica di concentrare lo show in un tempo ristretto per non spazientire il pubblico.
Verissimo che per coinvolgere gli spettatori presenti ad eventualmente aggiungersi ai praticanti, serve anche assistere alle gesta di chi è meno capace. Ma nel contempo laddove ci siano ancora piazze (molte) dove di Trial non si è mai sentito parlare, questo prolunga quel tempo di attesa per vedere all'opera i primi della classe. Si finisce per esasperare lo spettatore alle prime armi, scoraggiandolo ad attendere ancora l'arrivo di altri top rider.
Nel Mondiale si è scelto di optare per il numero chiuso di piloti. Una ventina ciascuno per TrialGp, Trial2 e Trial3. Ma i giri da percorrere sono due - come dovrebbero presto diventare da no - ed il rischio di sovrapposizioni di piloti meno abili già al secondo o al terzo giro con i più attesi si riduce.
Tuttavia il numero chiuso non piace a nessuno. Al contrario è ben accetta la possibilità offerta a chiunque di fregiarsi di correre nell' Italiano, anche soltanto nella prova non distante da casa.
Una soluzione che sembra essere la più accreditata è invece quella di fare correre TR4 ed TR3 al mattino, al massimo nel primo pomeriggio, mentre la classi regine TR1 e TR2 solo nel pomeriggio. L'appassionato a 360 gradi potrebbe assistere a tutto, mentre il più sofisticato si limiterebbe al tempo in cui può godere dello spettacolo migliore, ossia nel pomeriggio.
Non stiamo scoprendo l'acqua calda, in Spagna da anni i top rider godono di un certo privilegio e poco importa se sono soggetti a regole che snaturano il Trial tradizionale. L'obiettivo è far rimanere il pubblico dall'inizio alla fine.
Ora che il Trial in Italia gode di un momento particolare con l'arrivo di un nuovo Coordinatore, Francesco Lunardini, è lecito condurre esperimenti per rilanciare la specialità. Soltanto chi osa potrà sbagliare, ma se si continua su questa falsa riga difficilmente si attirerà del pubblico pure se in posti molto turistici!
(da Motosprint n.14 - 03/09 aprile 2018)