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L'OMAGGIO AL PROFESSORE

L'ingresso di Miglio nella Hall of Fame: con Bosis fu artefice dell'età dell'oro

Dopo Fulvio Adamoli è toccato al piemontese Donato Miglio, 47 anni e più che mai presente nel Trial odierno, ricevere l'onore dell'ingresso nella Hall of Fame del campionato Italiano, Miglio è rappresentante Beta, nonchè referente delle Case - da poco affiancato da Albert Casanovas (Gas Gas) - nelle riunioni con la FIM, dove si discute di regolamenti e idee per il futuro della specialità.
Ma negli anni d'oro da pilota, a cavallo fra gli '80 e i 90, Miglio si fregiò di ben sette titoli nazionali e lottando per le posizioni di vertice nel Mondiale. Fece inoltre parte del quartetto che vinse il Trial delle Nazioni di Tampere in Finlandia nel 1987, unico titolo mondiale per l'Italia. Di quel gruppo Miglio era il “professore”, in virtù del suo aspetto, con occhiali da vista che molto richiamavano quel ruolo, ma anche per l' accurata – quasi maniacale - preparazione della moto.

Era un'epoca in cui la lingua italiana era la più diffusa nel paddock. E in un'occasione, mai più ripetuta, Miglio e il compianto Diego Bosis regalarono all'Italia le prime due posizioni di una gara mondiale. Avvenne in Svezia nel 1990.
Era un giugno con temperature più alte del solito: un terreno secco, molto differente rispetto alle attese. Due giri con 21 zone. Miglio battè Bosis per due zeri: entrambi conclusero il primo giro con 16 punti ed il secondo con 9. Il campione del mondo di quell'anno. Jordi Tarres, fu terzo in un podio tutto di marche italiane: Fantic (Miglio), Aprilia (Bosis) e Beta (Tarres). La stagione poi prese la solita piega a favore del fuoriclasse spagnolo e Bosis e Miglio conclusero al secondo e terzo posto.

Un altro bel ricordo ci riporta al 1992. Il Mondiale aveva due prove a distanza di una settimana nelle isole britanniche: la prima a Fort William, sede della famosa Scottish, la seconda alle porte di Dublino. Non essendoci voli low cost, che avrebbero favorito rientri in famiglia tra le due gare, era uso frequente trascorrere i giorni di intermezzo fra le due insieme ai meccanici e team manageri. Chi si occupava della messa a punto della moto di Miglio era tale Albino Teobaldi, successivamente responsabile Trial della FMI. Si narra che il “professore” lo fece impazzire per un innumerevole numero di modifiche all'assetto , oltrechè per gusti differenti a tavola.
Miglio, però, si è sempre distinto per l'educazione, anche al momento di contraddire i suoi interlocutori. Conosciamo e rispettiamo, anche se non condividiamo, la sua posizione sul regolamento no-stop. La sua lunga esperienza nel mondo delle corse lo rende tra le figure più autorevoli nel Trial.

(da Motosprint n.18 - 01/07 maggio 2018)

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