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L'INVASIONE SI AVVICINA

Due gare iridate per le moto elettriche: la Yamaha può far crescere il segmento

Il trial elettrico sale in cattedra. Dopo un timido esordio l’anno passato a Lourdes in una prova mondiale unica, si è passati a due gare, ancora in Francia ad Auron, non distante dal colle della Lombarda, il 15 luglio, e la settimana seguente in Belgio. Ma soprattutto si è alzato il carnet dei partecipanti: a contendere la vittoria all’ex iridato Marc Colomer su una Gas Gas con frizione e cambio tradizionali, arriveranno due fuoriclasse giapponesi.
Uno è nel pieno di un’attività da vari podi mondiali: Kenichi Kuroyama guiderà il nuovissimo modello Yamaha TY-E. L’altro, più anziano, è Takuma Narita – tracciatore delle zone di Motegi – sull’ultima evoluzione della francese Electric Motion. Il primo marchio a credere in questo nuovo modo di concepire il Trial schiererà poi un’altra vecchia conoscenza, il francese Christophe Bruand. Senza dimenticare Cesare Panicot, che difende il 2° posto ottenuto con la Mecatecno.

l’anno scorso gareggiò un professore universitario di Barcellona, Joan Sole Rovira, che a 52 anni fu quinto nella gara di Lourdes con un prototipo di sua completa progettazione, in cui controllava potenza e coppia tramite il suo cellulare. In corsa anche il titolare della Mecatecno, Jordi Mila e se aggiungiamo che si è “scomodato” il colosso Yamaha, significa che l’interesse sale vertiginosamente.
I giapponesi non spendono prima di un’accurata indagine di marketing: l’investimento è a ragion veduta, non come spesso avviene nel Trial, dove di solito le operazioni sono di “pancia”, promosse da grandi appassionati con qualità ingegneristiche, a cui poco importa se la loro scelta avrà il giusto ritorno in termini economici. Basta la soddisfazione.

Mettiamocelo in testa, nel futuro del Trial ci sarà tanto “elettrico”. Non si sa però quando arriverà questo futuro, anche perché la reazione del mercato alle moto silenziose è stata appena tiepida. Ancora non convincono la durata della batteria, i costi e il peso di quella di scorta e, diciamolo pure, il rumore (o meglio il fruscio) quasi inesistente. Il prezzo per qualcosa di competitivo è ancora abbastanza alto, rispetto alla concorrenza con i motori a scoppio e questo non invoglia certo a buttarsi in un campo sconosciuto.
E se la Yamaha, dopo il test delle due gare iridate 2018, dovesse entrare in produzione con prezzi inferiori? Trascinerà al ribasso la concorrenza (chi potrà permetterselo) o ci sarà la rinuncia per chi più artigianalmente si era affacciato al settore?

(da Motosprint n.20 - 15/21 maggio 2018)

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Yamaha TYE

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