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IL MAL DI SCOZIA DURA SEI GIORNI

Il richiamo della tradizionale gara è più forte del meteo e di tante lacune

Corsa sotto un tempo a dir poco infame, la Sei Giorni di Scozia è stata vinta al fotofinish dall'intramontabile Dougie Lampkin (Vertigo). Per tutta la settimana, però, in testa c'è stato James Dabill (Beta) tuttavia a quattro zone dalla fine uno “stallonamento" – cioè l'uscita del pneumatico posteriore dal cerchione - lo ha costretto all'unico fiasco di tutta la gara.
E così Lampkin che ha sempre seguito Dabill da vicino nelle precedenti 175 zone percorse ( 5 a 7 i punteggi), ne ha approfittato per sorpassarlo ed assicurarsi la classica scozzese per la dodicesima volta, la sua quarta consecutiva.

Questa gara ha mantenuto un fascino particolare. Chi prova una volta, quasi sempre si vuole poi concedere una rivincita. E dopo un'altra ancora, fino a ammalarsi del “mal di Scozia”. Una gara inimitabile, pure se nel mondo in tanti ci hanno provato senza mai avvicinarsi.
Eppure le lacune non mancano, anzi diremo che la Sei Giorni di Scozia ne ha sempre avute, perché ben poco gli Scozzesi sono stati disposti a cambiare. Come il sistema dei giudici - o meglio i Marchal come vengono chiamati qui - che annotano su un taccuino numero e penalità. Chi corre non ha il cartellino quindi non c'è un oggettivo riscontro dei punti che gli vengono attribuiti. Deve sperare che il Marchal - che spesso ha la fiaschettina come fedele compagna anche per scaldarsi visto il meteo - abbia eseguito correttamente il suo compito. Non soltanto, ma anche quelle bandierine gialle che segnalano il trasferimento, stesso colore della brughiera , che fatica riconoscerle quando si è tra i primi a partire!

Ma chi ritorna o spera di farlo - tutti gli anni il numero di richieste supera il limite di 280 e quindi si ricorre al sorteggio – va oltre questi pensieri. In questa edizione ben sette italiani si sono cimentati. Due si sono dovuti ritirare, tra cui il quattro volte campione Italiano Renato Chiaberto, oggi 55 anni, per una circostanza molto sfortunata. Al quarto giorno quando navigava intorno alla centesima posizione, gli è piombato addosso un concorrente spagnolo, mentre lui ispezionava a piedi una zona, colpendogli con la forcella della sua moto il ginocchio sinistro.
Sono passati 18 anni dall'ultima volta che il campione torinese, oggi importatore Sherco, aveva partecipato concludendo con un dignitoso 33° posto. Scommettiamo che il Mal di Scozia lo costringerà a ritentare il prossimo anno?

(da Motosprint n.21 - 22/28 maggio 2018)

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Dougie Lampkin
James Dabill

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