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PRENDIAMOCELA CON PIU’ CALMA!

Il Promoter ha instaurato un clima teso e controproducente

Dalla prima iridata in Spagna, per la seconda volta consecutiva a Camprodon, è emersa una volta di più la nuova impronta che il promoter Sport7 ha voluto: estremo rigore con una piramide organizzativa in cui ognuno ha un preciso compito e ne risponde al diretto superiore. Tutto è sistematicamente organizzato e controllato. Dall’orario degli allenamenti suddivisi per categorie, alla sessione di autografi, alle possibilità di intervento dei meccanici. Come se si volesse fare apparire il Trial mondiale una macchina perfetta, degno di altre specialità di altro spessore.

Nulla da eccepire sulla volontà di fornire un volto nuovo ad una specialità mai veramente decollata. Ma forse proprio questo è il punto: per lasciare un’impronta e fare notare un cambiamento, è necessario applicare un clima quasi di terrore? Tante regole sarebbero indispensabili, se fossimo di fronte a grandi numeri. Se ci fosse l’afflusso di spettatori del lontano passato, anche l’accesso al paddock dovrebbe venir limitato. Se gli addetti ai lavori - meccanici, giornalisti, fotografi, operatori commerciali, nonchè i piloti stessi - avessero mai dato prova di disordine o disorganizzazione, tale da sfiorare il caos, con rischi anche per l’incolumità del pubblico, allora tutti noi avremmo auspicato una maggiore disciplina. Ma nulla di tutto questo è mai accaduto.
Se nell’ Europeo sono tornati in modo massiccio i piloti spagnoli è anche perchè c’è tutto un altro ambiente. Gente che collabora e colma eventuali lacune organizzative. E lo si legge anche sui volti del personale coinvolto. Sorrisi anzichè visi contratti dalla tensione. Senza episodi di come la macchina organizzativa del Promoter stia esagerando. Alla vigilia della prima del mondiale, abbiamo incontrato Donato Miglio, rappresentante della Beta, nonchè ex-referente delle Case, amareggiato perché, essendo arrivato al sabato mattina anzichè il venerdì, giorno di consegna dei pettorali che spettano alle varie Case, non gli è piu’ stato possibile ritirare il suo. Un pettorale nominativo!

Il passato non conta più nulla; tutti soggetti alle regole ferree. Chi comanda ha ragione, ma il mondiale si sta spopolando. Anche il pubblico, un tempo numerosissimo in Spagna, è rimasto a casa. Si pensava che a Camprodon, località nota per la necessità di seguire la gara in moto, viste le distanze fra le zone, bastasse concedere dei pass a pagamento per circolare motorizzati. Errore: sotto le aspettative le adesioni. Meglio correre ai ripari ed allentare un po’ la tensione, prima che sia troppo tardi!

(da Motosprint n.23 - 05/11 giugno 2018)

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