A 38 anni, Fujinami è ancora sul podio: l’eterno secondo è il pilota più amato
Il colpo gobbo del veterano. Il giapponese-catalano Takahisa Fujinami, pilota Repsol Honda, a 38 anni è salito nuovamente sul podio nel primo dei due giorni del recente GP del Giappone. E' forse il pilota più popolare dei nostri tempi, il più longevo ad esprimersi ad alti livelli. Al suo esordio nel mondiale 22 anni fa, si guadagnò subito l'appellativo di Fujigas, per la sua guida spettacolare, spesso con l'anteriore sollevato, fatta di rapidi colpi di gas ed altrettanto rapidi spostamenti di quel corpo tarchiato ma - come la maggior parte dei suoi connazionali – di bassa statura.
A lui piacque subito il “nickname”, tanto da farlo suo con scritte sul casco e sul furgone, poi diventato mega van. Vive da anni in Catalogna con la moglie giapponese e le sue tre bambine. Parla il catalano, un inglese sempre molto stringato e comprende lo spagnolo, ma il suo sorriso è il motivo di tanta simpatia.
Ha fan un po' ovunque nel mondo grazie ai rischi che si prende nelle zone delle gare: laddove c'è uno spazio fra un ostacolo e l'altro, sceglie sempre il “jump”, la manovra più rischiosa. Qui non siamo nel Motocross dove si salta e si continua in velocità, qui si deve saltare con il giusto dosaggio del gas, per fermarsi dove si desidera e magari poi cambiare direzione. Il pubblico si esalta sempre di fronte al coraggio ed applaude le gesta più ardite.
Fujigas è stato campione del mondo solo una volta, nel 2004. E' stato l'eterno secondo, sfortunato che al suo apice di rendimento ci fosse un fuoriclasse, come Dougie Lampkin.
In un'intervista rilasciata poco prima del mondiale nipponico, ha svelato che pensava di ritirarsi arrivato a compiere trent'anni. Poi vista la fiducia dell'Honda nei suoi confronti, per sua costanza di risultati di prestigio, è ancora qua sulla breccia. Quinto l'anno scorso al termine del campionato ed addirittura terzo nel mondiale 2016.
Simpatia ,entusiasmo e, perché no, l’età, lo fanno sembrare il “Valentino” del Sol Levante nel Trial. Qualche infortunio ne ha condizionato la forma: anni fa un'operazione al ginocchio e recentemente una forte botta al braccio rimediata nel Campionato spagnolo al quale partecipa da quando vive lì. Il dolore all'arto non gli ha impedito di saltare la prima del mondiale a Camprodon, ma la sua prestazione è stata modesta (nono). Il suo tempo era finito?
La sua risposta nella gara seguente non poteva essere migliore: il terzo posto davanti al campione del mondo, suo compagno di squadra, non ci può che far credere che anche in questa stagione saprà ancora essere tra i protagonisti.