..............................

IL MONDIALE DEI RIBALTONI

Il “no-stop”, la giornata unica di gara, la qualifica: il format non piace a tutti

Mondiale sempre in cattedra nella buona o cattiva sorte. E' soltanto il secondo anno che tutto si svolge sotto la regia del Promoter, la società inglese Sport 7, ma c'è già chi è scontento e medita dei ribaltoni. Parecchie Case hanno diversi motivi di disappunto e proveranno a mediare attraverso il loro rappresentante , Albert Casanovas, uomo Gas Gas, subentrato a Donato Miglio, Beta.

Come sempre, molte teste è sinonimo di molte idee. Del resto quando si innescano dei processi di cambiamento, tutto diventa possibile, tutto diventa migliorabile. L'errore di fondo è stato reintrodurre il regolamento “no-stop”, sempre male applicato ed oggetto di contestazioni. Ma non è questo il nodo delle discussioni. A molti non va a genio l'introduzione della zona di qualifica del sabato. Una gara di velocità pura, con tutti i rischi del caso, visti gli ostacoli che si devono affrontare e che nulla ha a che fare con il Trial. Raccoglie un po' di spettatori, ma se qualcuno di questi, entusiasta per quanto visto, riappare il giorno dopo, non potrà che rimanere deluso: i piloti si muovono piano piano per rifiatare tra un ostacolo e l’altro.
Anche correre un giorno soltanto è in discussione. L'idea è emersa per dare più respiro a piloti e team e per ricreare quell'interesse del pubblico, intento a girovagare nel paddock per vedere da vicino i top rider e le loro moto. Ora il mondo virtuale ha preso il sopravvento. Le moto ed i piloti “entrano” nelle case degli appassionati attraverso i video-clip sui social e vederli dal vero non ha più lo stesso sapore. Forse si dovrebbe inventare qualcosa per avere più pubblico al sabato: una gara amatoriale per esempio. Ma ancora meglio sarebbe un coinvolgimento di scuole o palestre limitrofe, per radunare curiosi, non soltanto per vedere ma anche per provare una moto da Trial. Se per il moto club la proposta è troppo onerosa - già di per sé la prova mondiale assorbe tutte le energie – se ne occupi il Promoter o qualcun altro . Serve un programma per interagire con chi organizza per identificare i possibili bacini di giovani sportivi o motociclisti non del settore a cui proporre visione e prova.

La promozione era uno dei punti cardine del ritorno ad una sola giornata di gare: sfruttare la risonanza di un evento mondiale per avvicinare al Trial nuove generazioni. Se non si riesce a convergere su questa necessità, tutto diventa superfluo.
Tanto vale tornare ai due giorni di gara, come rumoreggia qualcuno, che almeno ammortizzano le spese comunque sostenute da team e Case quando muovono i loro mezzi.

(da Motosprint n.33,34 - 14/27 agosto 2018)

------------------------------------------------------------------------------------------