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UN TROFEO PER POCHI INTIMI

L'Italiano Trial d'Epoca fa registrare numeri bassi: ecco le possibili ragioni

Il Campionato Trial d’Epoca italiano si è appena concluso. Un ambiente sereno: pochi ma buoni, si potrebbe dire. Infatti non si capisce perchè il numero di partecipanti sia sempre molto inferiore rispetto a Francia o Spagna.
L’ultima prova si è disputata a Ormea in provincia di Cuneo, in una regione che pullula di trialisti di vecchia data, ed è stata organizzata magistralmente dal Club Trial Alta Val Tanaro. Zone tracciate per le moto d’epoca: nessun ostacolo esagerato o pericoloso, abbondanza di curve e controcurve sulla terra, ruscelli o rigagnoli e anche la zona indoor era alla portata di tutti. Gli organizzatori, confortati anche dalla presenza di due categorie aperte alle moto moderne, si aspettavano di più, rispetto ai 31 piloti di sabato e ai 40 di domenica.

Cerchiamo di analizzare i motivi: io abbozzo delle ipotesi, magari provocatorie, vi prego di scrivermi se invece avete tratto conclusioni differenti. In Piemonte esiste da due anni un fenomeno in crescita, che si chiama ASI: un ente nazionale riconosciuto dal CONI, che nel Trial quest’anno ha potuto contare su 180 licenziati, partecipanti ad un campionato di otto prove. Giusto o sbagliato sia stato il rincaro delle licenze FMI del settore Trial, deciso a partire da quest’anno, il mondo amatoriale di questa specialità non lo ha digerito bene e, potendo contare su un’alternativa a costi molto più bassi, ha compiuto questa scelta.
Ammesso invece che il vero appassionato abbia “staccato” entrambe le licenze, ci potrebbe essere un problema di burocrazia. In Italia per correre fra i “vintage” occorre iscrivere la propria moto al Registro Storico FMI e la procedura scoraggia alcune persone, quelle che ad esempio non intendono partecipare a tutto il campionato, ma soltanto alla gara vicino a casa. Lo avrebbero potuto fare optando per le due categorie “open” , ma si sarebbero dovuti confrontare con i possessori di moto moderne.

E qui torniamo all’argomento del precedente Trialsprint : correre per il gusto di farlo, confrontandosi con se stessi o con l’amico è questione di altri tempi o di altre nazioni…
Sempre per questa straripante ricerca di premi, innata nei licenziati del nostro Paese, c’è ancora la possibilità che, essendo l’ultima prova, con i vertici di diverse categorie già decisi, qualcuno abbia disertato perché impossibilitato a migliorare la propria posizione in campionato. Oppure … ci sono! Il vincitore della categoria Open Clubman, un giornalista torinese, deve aver ucciso il campionato!

(da Motosprint n.41 - 09/15 ottobre 2018)

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