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LA MOTO NON DIMENTICA

Il 2018 ha portato due titoli all'Italia, ma anche la tragedia di Donaggio

Si è appena conclusa la quarantaquattresima edizione del Campionato Italiano e ora si parla già della prossima edizione, di possibili piccoli cambiamenti. I team si riorganizzano, i piloti si guardano intorno per strappare i migliori contratti per la stagione 2019.
Senza dimenticare che, comunque questo 2018 si chiuderà con due titoli iridati per l'Italia, con Matteo Grattarola e la giovane Alex Brancati. Il 2018, però, ha portato anche cattive notizie al Trial Italiano.

Del resto il quotidiano troppo spesso ti oppone a realtà non volute e che non puoi scongiurare. Una di queste si è intrecciata in qualche modo con il nostro Campionato: un pilota che l’ha corso in altri tempi ed era tornato, competitivo come non mai nei giorni nostri, ha “fatto l’errore” di transitare con la sua vettura sul ponte Morandi di Genova in quel tragico 14 agosto scorso: Giorgio Donaggio, 57-enne di Andora (SV), pilota in attività del Moto Club Albenga.
Era titolare di un’impresa di lavori nautici, uno dei pochi maestri d’ascia - gli artigiani che ancora oggi costruiscono la barche - e stava recandosi vicino a La Spezia per un lavoro. La sua famiglia era composta dalla seconda moglie Enrica ed i tre figli: Cristian, Matteo e Luca, il primo avuto con la prima moglie Marina, tutt’ora parte attiva dello staff di Ufficiali Zona del Trial. Con Giorgio gareggiai moltissimi anni fa, quando la fame di gare ci faceva sconfinare tra Piemonte e Liguria. Lui poi si era preso un periodo sabbatico dalle competizioni, ma recentemente aveva ripreso a correre nell'Italiano in TR4, perdendo il titolo nel 2016 solo all’ultima prova, dopo aver guidato la classifica tutto l’anno.

Lo avevo incontrato in una pizzeria di Santo Stefano d’Aveto in occasione dell’ Europeo, la settimana prima di quel fatale giorno. Aveva corso e vinto l’Urban Trial disputato in loco, il mercoledì precedente. In Liguria e nel Master Beta stava lottando per il titolo nella TR3 Over.
Si è battuto per promuovere il Trial, insegnando ai giovani e mettendo a disposizione la sua esperienza come tracciatore di zone. Proprio un altro ’Urban Trial, quello di martedì 28 agosto a Varazze, e di cui Giorgio era stato artefice, ha avuto un successo inaspettato, perché dedicato a lui, con amici e conoscenti pronti a ricordarlo. Al funerale che si è svolto in forma privata a Toirano, una nutrita compagine degli amici del Moto Club lo ha salutato per l'ultima volta con una “sgassata” con le moto da Trial fuori dalla Chiesa.

(da Motosprint n.42 - 16/22 ottobre 2018)

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