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CARTOLINE DALLA SPAGNA

La suggestiva Dos Dias de Costa Brava vista con gli occhi del pilota

La Dos Dias de Trial Costa Brava sembra inseguire il record di iscritti in una gara, che appartiene alla giapponese Due Giorni di Ihatowe con circa 700. Nell’edizione di quest’anno, disputata due settimane fa, sono stati ben 477 i partenti e, contando che la gara spagnola è riservata soltanto alle moto d’epoca, mentre quella nipponica è aperta a tutti i tipi di moto, non possiamo che complimentarci per il lavoro del Moto Club locale.
Quattro i livelli: dal facile giallo, quindi verde, blu e rosso per i più bravi. Venti le zone controllate che in realtà sono state 40, perchè 20 per la sola categoria gialla e 20 per le altre. il giro di una cinquantina di km è stato intervallato da un ricco punto di ristoro – dalla frutta alla carne alla brace – e dal rifornimento carburante a carico dall’organizzazione.

Attratto da quanto sentito dire, ho voluto metterci il naso. Iscrittomi due mesi fa, ho poi acquistato una Fantic 200 soltanto qualche giorno prima. Provata una volta, sono partito all’avventura. alle operazioni preliminari i primi intoppi: scaricata la moto dal furgone, la ruota dietro era forata. Per fortuna sul posto – ma non a buon mercato – l’assistenza di un’azienda di famiglia mi ha messo in condizione di gareggiare. Lasciata la moto al Parco Chiuso – non obbligatorio per qualche furbetto – al mattino si è avviata regolarmente, salvo poi spegnersi senza volerne più sapere. Partito ugualmente, spingendola sulla pedana, grazie alla gentilezza di un altro italiano, il vicentino Moreno Piazza, ho trovato e montato un’altra candela. La giornata non si è poi rivelata tanto storta. Tra gioie di bei “passaggi in zona” e dolori per qualche errore stupido, mi sono trovato, con 15 punti, al 39° posto su 158 nella mia stra-popolata categoria. La pioggia prevista è comparsa soltanto a fine gara, giusto per bagnarmi le ultime due zone: quella sugli scogli e quella indoor in una piazza.

In compenso, sotto il diluvio si è svolto il secondo giorno. Ho preso il via titubante, attento a non farmi male su un percorso più viscido e insidioso. Fradicio da subito, ho limitato i danni e dopo più di tre ore e mezza ho consegnato il mio cartellino con ancora 15 penalità.
Tutto sommato un 26° posto su 92 arrivati, non è stato da buttare, considerando anche di aver piacevolmente condiviso il solo trasferimento con piloti del calibro di Takahisa Fujinami o Dougie Lampkin. E come me, poco meno di una cinquantina di connazionali ha cercato la stessa gloria...

(da Motosprint n.48 - 27 novembre/03 dicembre 2018)

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