REGOLAMENTI, CHE PROBLEMA!
Il no-stop ha creato contrapposizioni tra FIM e Federazioni nazionali
Era un po' che non parlavamo del regolamento no-stop, fiduciosi che prima o poi anche le minoranze, seppur potenti, si sarebbero adeguate alla soluzione più utilizzata, semplice e spettacolare, ma l’insubordinazione delle Federazioni nazionali nei confronti della FIM nel non accettarlo, evidentemente non è stata ben digerita.
Oggi la stragrande maggioranza delle Nazioni - Spagna, Italia, Francia, Germania, Giappone, USA, Paesi Scandinavi - non applica il “no stop” , la regola che prevede il massimo delle penalità se il concorrente si ferma nella zona controllata, sebbene in equilibrio coi piedi sulle pedane. Rimane solo la Gran Bretagna a spalleggiare la FIM che insiste, contando sull’appoggio della maggioranza delle Case, a fare osservare quello che possiamo solo definire una “versione” del teorico no stop. Infatti su come valutare la fermata, ci sono le teorie più disparate, che confluiscono , ahimè quasi sempre, nell'avere due metri di interpretazione differenti: clementi per la star, inflessibili per il pilota di secondo piano.
Come se non bastasse l'oggettiva difficoltà di giudicare la fermata, il regolamento no stop priva anche il pubblico di una serie di virtuosismi di questo sport, che fa dell'equilibrio sulla moto il credo principale. Vedere un pilota che con i piedi sulle pedane, a suon di movimenti di braccia e gambe sposta la propria moto, per sistemarsela nel punto migliore per affrontare l'ostacolo successivo, è sempre degno di apprezzamento. Eppure tutto questo è stato negato, per rendere meno esasperato il Trial, nella convinzione di poter attirare di nuovo una marea di praticanti. Lo stesso o gli stessi che lo hanno pensato e fatto applicare, hanno poi controllato se dopo 7 anni l'esperimento ha portato a dei risultati?
Diranno colpa nostra,e delle Federazioni Nazionali che l' hanno, come noi, boicottato. Difficile ammettere che è stato un errore, che la leva del regolamento non è quella giusta, per popolare l’ambiente! Voci ci portano a credere che ci sia una nuova campagna atta a fare pressione, con argomenti convincenti, sui responsabili dei comitati Trial dei Paesi ribelli, affinché ritornino sui loro passi e si allineino con le decisioni superiori.
Sarà ancora compatto il nostro Comitato ? Noi lo speriamo. Intanto prendiamo positivamente atto della modifica al regolamento nostrano, nato proprio tre anni fa per contrapporsi al no stop, ma un tantino esagerato nell'opposizione. Una di queste “esagerazioni”, alquanto criticata, era la possibilità di incrociare la traiettoria. Ora è stata abolita.
(da Motosprint n.9 - 27 febbraio/05 marzo 2018)