GLI OSTACOLI PER L'ELETTRICO
Non sono soltanto quelli in gara: il segmento cresce lentamente
Trial-E già in involuzione? Cosa non ha funzionato? Analizzando la partecipazione al mondiale ai può constatare una decisa flessione. Dagli 11 piloti di due anni fa, ai sette, con l'interessamento della Yamaha, l'anno scorso, fino ai cinque delle due prove di questa stagione. La primissima industria a interessarsi al Trial Elettrico è stata la francese Electric Motion, importata in Italia dalla Future di Bergamo. Quest'anno ha dato forfait dal mondiale in quanto – come ha spiegato il titolare della Future, Quirino Tironi – in disaccordo con la FIM, che aveva promesso di inserire tra i regolamenti l'obbligo dell'omologazione delle moto iscritte.
Passi il primo anno quando pur di dare il via a questo settore, la FIM ha accettato prototipi artigianali, anche capolavori ingegneristici, come quello di Joan Sole, professore di Barcellona. E pazienza anche nel secondo anno, quando la partecipazione del colosso di Iwata poteva far presagire un immediato sviluppo di questo innovativo mondo. Ma ora la E.M. ha detto basta e i piloti ufficiali francesi non hanno presenziato. Sulla E.M. Doveva esserci Giampaolo Concina, in forma privata, ma un improvviso lutto familiare lo ha costretto a rinunciare.
A pochi giorni dall'esordio in Olanda – prima di un mondiale di due prove, Olanda e Belgio – gli iscritti erano addirittura tre. Poi la FIM è corsa ai ripari e ha promesso un gettone di presenza che ha incoraggiato altri a tentare.
Il Mondiale riflette i consensi del Trial-E. Tironi resta però ottimista e, forte di una ventina di moto vendute l'anno scorso, nonché del modello nuovo appena arrivato, dotato di frizione idraulica, prosegue a perorare la causa.
Ora è in contatto col Corpo Forestale di Milano, interessato ad acquisirne qualche esemplare. Sarebbe un'ottima pubblicità, e una partenza verso una possibile deroga della Legge sul Fuoristrada. Il vero ostacolo alla diffusione - oltre allo scetticismo nei confronti di un modo di guidare totalmente differente o alla limitata autonomia - rimane la mancanza di una differenziazione a livello legislativo.
Se su un sentiero si va con la moto elettrica, può succedere di incontrare escursionisti pedestri più tolleranti ma si è sempre fuorilegge. Chiunque “forestale” o volontario delle guardie ecologiche può redigervi un verbale e le multe sono salate. Se la moto elettrica non inquina, non fa rumore, che differenza c'è dalle e-bike nell'approccio di mulattiere o sterrati oggi vietati ? E le moto pagano anche un bollo e sono assicurate: chi deve sensibilizzare il Ministero dei Trasporti?
(da Motosprint n. 27 - 02/08 luglio 2019)
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E.M. Escape
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