Con la Montesa, Rob Edwards seppe promuovere la specialità
Ci ha lasciato un altro degli eroi del Trial degli anni '70, l'inglese Rob Edwards, o più comunemente noto come “Montesa ambassador”. Pilota ma soprattutto inviato nel mondo per far conoscere il Trial: dagli Stati Uniti all'America latina, tra Cile, Colombia, Venezuela e Paraguay e centro America vedi Guatemala ed El Salvador, e addirittura Australia e Sudafrica.
Quanta lungimiranza nella dirigenza Montesa dell'epoca, che diede la priorità la divulgazione del Trial, ingaggiando un giovane pilota per spiegare a platee attonite uno sport nascente.
Classe 1945 , nativo in una cittadina del nord Yorshire, pur non vantando un padre praticante, si innamorò del Trial in modo assoluto, con il sogno di diventare un pilota professionista. Mosse i primi passi su pesanti monocilindriche inglesi come l'AJS 350, per poi passare alla Cotton con motore Minarelli di 170cc
La sua passione poteva esercitarla unicamente nei week-end perchè - e doveva ritenersi fortunato - aveva trovato lavoro già a18 anni come tornitore in un'industria locale.
Quando uscì la prima Montesa Cota, Rob era già un discreto pilota ma non abbastanza per meritarsi un posto nel “dream team” dell'epoca voluto dall'importatore inglese.
Fu costretto a chiedere aiuto alla Bultaco, ma ironia della sorte, proprio mentre stava per accordarsi, arrivò una richiesta direttamente dalla Montesa Spagna: un certo Alberto Mallofre aveva visto il suo curriculum sportivo e lo invitò a Barcellona a guidare una Cota 247 per la prima prova dell'Europeo nel 1968. Dalle sua biografia pubblicata da John Moffat, suo grande amico, sul sito www.trialsguru.net: “Fu una gara incredibile: 2 giri con 25 zone ciascuno, sei ore di tempo”. Rob giunse secondo e Il giorno dopo la sua vita cambiò : gli fu proposto di partire per una dimostrazione negli States, Alla fabbrica dove lavorava chiese un permesso non retribuito di due settimane, che gli venne negato. E lui non esitò a licenziarsi pur di vivere il suo sogno.
Purtroppo non durò molto, colpa di una malattia allora sconosciuta e diagnosticata solo dopo 10 anni in cui venne curato come asmatico. Al suo amico Moffat svelò tutto e soltanto ora sono tristemente pubbliche le sofferenze patite e il motivo della sua prematura scomparsa dalla scena mondiale.
Al di là di esperienze di Trial e di tragici momenti tra casa e ospedali, la sua vita ha riportato a galla un ruolo scomparso totalmente nei giorni nostri. L'inviato per il mondo a fare propaganda al Trial!
(da Motosprint n. 44 - 29 ottobre/04 novembre 2019)