II VINTAGE: VITA PARALLELA
Con mezzi d'epoca o moto “taroccate”, il settore attrae appassionati convinti
La conclusione del Campionato Italiano Trial d'Epoca, con le due gare di Primaluna in provincia di Lecco, offre spunti per bilanci e riflessioni. L'ambiente vintage del Trial è sempre di più un mondo parallelo, con personaggi in stragrande maggioranza attempati, accomunati da una fortissima passione, frutto di una tradizione mantenuta negli anni.
Inoltre, ai numeri sempre modesti, sebbene in aumento, del “prodotto nostrano” fa da contraltare l'ottimo livello dei protagonisti. Il detto “meglio pochi ma buoni” risulta essere l'attualità nel Trial d'epoca italiano. Alla cinquantina di piloti che in media popolano le gare del trofeo nazionale, manca in realtà quel centinaio in più presente nelle gare in Francia e Spagna, che sono frutto di una migrazione di massa dal Trial moderno.
E' una reazione scaturita dall'esasperazione di tecnica e guida richiesta per restare al passo coi tempi. Le moto in vendita sono vere e proprie macchine da competizione ma che competizione? Quella che, volenti o nolenti, la continua evoluzione ci propone a tutti i livelli, per tutte le classi. Il modo di tracciare le zone si è lentamente trasformato: curve strette, necessità di “spostamenti”, pietre più alte superate grazie a sospensioni incredibilmente performanti. Anche la loro lunghezza si è dimezzata, perchè si può ottenere la giusta selezione in spazi più ristretti.
Buona parte del popolo dei piloti amatoriali non ha apprezzato questa svolta: si è tuffato nel passato, alla ricerca di quelle gare con ostacoli più modesti, con ampi spazi, che eludono la necessità - spettacolare e piacevole da vedere, intendiamoci – di danzare sulla moto, tipica dei funamboli della nuova generazione. Chi si procura un mezzo a due ammortizzatori degli anni 70-80, molto spesso ha poi implementato tutta la tecnologia a disposizione dei giorni nostri.
Diventa difficile chiamarli vintage, perchè in molti casi si tratta di “tarocchi”: partendo dalla base di un modello datato, c'è chi è arrivato a cambiare la forcella, montare frizioni idrauliche, accensioni elettroniche, freni a disco. Ci sono gare dove è richiesto un rigoroso rispetto della componentistica dell'epoca, altre no.
Ma il punto non è quanto differisca la moto da quella prodotta trent'anni fa: sia l'utilizzatore del mezzo dell'epoca, sia il più smaliziato trasformista che l'ha personalizzata all'inverosimile, hanno in comune l'ideale di un certo Trial, che esalta le acrobazie del corpo per indirizzare la moto, più accessibile ai principianti. In grado di avvicinare gente nuova...
(da Motosprint n. 45 - 05/11 novembre 2019)
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